Il trattamento d’elezione per il trattamento dell’insonnia cronica. il protocollo CBT-I

Posted By : silviamarinelli

Dormire è fondamentale per il benessere psicofisico. Nel sonno si verificano i processi per un corretto funzionamento fisico e mentale: vengono  selezionate le informazioni ricevute durante la veglia, si consolidano quelle utili e si apprende; il cervello viene ripulito dalle scorie tossiche accumulate durante il giorno; la rigenerazione dei tessuti danneggiati è molto più efficace e rapida durante il sonno e le ferite chirurgiche tendono a guarire prima; vengono secreti ormoni indispensabili per lo sviluppo psicofisico, quali l’ormone della crescita GH e  la leptina, l’ormone che regola il nostro senso di sazietà.  Si evidenzia una relazione diretta tra riduzione delle ore di sonno e obesità sia adulta che infantile. Dati scientifici mostrano che un’insonnia cronica è un fattore di rischio non solo per patologie psichiatriche, come ansia e depressione, ma anche per malattie metaboliche, cardiovascolari e neurologiche; aumenta l’infiammazione cronica; peggiora il decorso di malattie neurovegetative; riduce drasticamente la qualità di vita; incide su concentrazione, attenzione e memoria con rischi sulla sicurezza personale e sociale; diminuisce le capacità di performance in ambito scolastico e lavorativo con ricadute negative sulla sfera familiare e relazionale. Inoltre, aumenta il rischio di incidenti sul lavoro e quello di incidenti stradali. L’insonnia è così correlata con elevati costi per la società, sia diretti che indiretti, tra cui il calo della produttività dell’individuo, spese per visite mediche, maggiore consumo di farmaci e alcol e altre sostanze. In italia circa 9 milioni di persone soffrono d’insonnia cronica e durante l’anno il 45% della popolazione presenta insonnia acuta o transitoria. La cura dell’insonnia oggi prevede sia l’uso di farmaci ipnoinducenti, generalmente benzodiazepine, sia trattamenti non farmacologici. La terapia cognitivo comportamentale per l’insonnia CBT-I (Cognitive Behavior Therapy for Insomnia) si configura come un protocollo strutturato e specifico per la cura dell’insonnia cronica ed è la terapia non farmacologica scientificamente riconosciuta come la più indicata nel favorire la riduzione dei sintomi dell’insonnia cronica. I dati recenti del National Istitute of Health (NIH)  indicano che questo tipo di protocollo migliora il sonno nell’ 80% dei soggetti che soffrono d’insonnia e favorisce nel 90% la riduzione progressiva e l’eliminazione dei farmaci ipnoinducenti che, invece, se protratti per un lungo periodo possono causare dipendenza. Questo tipo di trattamento non ha effetti collaterali e favorisce il mantenimento dei risultati a lungo termine. L’intervento è diretto principalmente a modificare le convinzioni e le abitudini disfunzionali relative al sonno. I comportamenti disfunzionali che il soggetto mette in atto per cercare di sconfiggere l’insonnia e le convinzioni errate che sviluppa a proposito del proprio sonno sono, dunque, le condizioni che tendono a cronicizzare l’insonnia. L’insonnia è sostenuta da una ‘cascata’ di pensieri presenti sia di notte che di giorno. Gli individui con insonnia soffrono di pensieri intrusivi spiacevoli ed eccessiva ansia durante il pre-addormentamento. La costante preoccupazione induce un aumento dell’attivazione fisiologica e un forte stato ansioso. L’ansia eccessiva determina, a sua volta, un restringimento del focus attentivo che porta l’individuo a monitorare costantemente gli stimoli interni (sensazioni fisiche) o esterni (stimoli ambientali) che minacciano il sonno, incrementando, di conseguenza, la probabilità di non dormire e la messa in atto di comportamenti per compensare la perdita di sonno che contribuiscono a cronicizzare il disturbo. Inoltre, gli individui sovrastimano le potenziali conseguenze catastrofiche della perdita di sonno e la probabilità dell’occorrenza di conseguenze negative sulla performance durante il giorno. Tali convinzioni inducono un incremento dell’attivazione psicofisiologica contribuendo ad esacerbare e cronicizzare il disturbo. La terapia cognitivo comportamentale attraverso l’utilizzo di tecniche specifiche va a intervenire su questo circolo vizioso ripristinando un corretto ritmo sonno veglia, favorendo una corretta igiene del sonno e la riduzione dei disturbi dell’addormentamento e della continuità del sonno.